L’arrotino

“DONNE È ARRIVATO L’ARROTINO” questo slogan risuonava una volta in tutti i paesi e le contrade….

In passato l’arrotino spesso svolgeva il proprio mestiere spostandosi con una sorta di biciclo-carretto dotato di una grossa ruota di legno, rivestita da un cerchione di ferro; il carretto, una volta giunto sul luogo di lavoro, veniva letteralmente ribaltato su sé stesso e si trasformava nello strumento di lavoro. Alla ruota veniva agganciato un pedale con vari snodi, veniva fissata la cinghia di trasmissione del movimento alla mola e su una parte sporgente del carretto, l’arrotino fissava poi un secchiello con dell’acqua che sgocciolava sulla mola mediante un piccolo rubinetto dosatore, con funzioni di lubrificante. Per arrotare un utensile, l’arrotino imprimeva alla ruota un movimento ben ritmato e continuo e con abili gesti delle mani lo passava sulla mola fino a che la lama non diventava tagliente.

In tempi più recenti il tipico carretto si è trasformato in una bicicletta sul davanti della quale era applicata una ruota in pietra, collegata ai pedali con una cinghia, mentre ultimamente l’arrotino gira la città con un’automobile nel cui vano portabagagli vi sono una o più mole collegato all’albero di trasmissione e altre cose che possono servire per il proprio lavoro. Questo aspetto permette agli arrotini di proporsi per rimettere a nuovo, oltre ai classici coltelli, praticamente ogni tipo di lama come forbici di grandi o piccole dimensioni o prodotti d’acciaio come le forbici da seta (molto più difficili da arrotare e per le quali serve una mola molto veloce e una smerigliatrice) o dal filo particolarmente sottile come i coltelli da prosciutto. Gli arrotini moderni inoltre associano spesso alla professione di semplici molatori di lame anche piccole riparazioni come ombrelli e cucine a gas.